Puntata 4
Nel nostro viaggio oggi ci troviamo nella parte meridionale del Trentino Alto Adige, precisamente a Fiavé. Il paese, situato nelle giudicarie esteriori, ha un area Biotopo che si trova ai piedi del Monte Cogorna e accanto al Monte Misone, zona un tempo occupata da un lago.
Il Biotopo Fiavé è considerato Sito di Importanza Comunitaria per la presenza di una delle più estese torbiere del Trentino ricca di vegetazione, luogo di riproduzione di molte specie di rettili e anfibi e come luogo di nidificazione, punto di sosta per uccelli migratori, o svernamento di varie altre specie protette e di molti altri animali selvatici. Nel biotopo sono presenti una gran quantità di specie vegetali alcune delle quali molto rare.
Il Biotopo Fiavé è ricco di una storia millenaria.
15 000 anni fa, la presenza del lago Carera, generato da uno sbarramento morenico, col tempo prosciugato, ha favorito la formazione di una zona paludosa, la crescita della vegetazione ha originato uno strato torboso sommergendo un sito palafitticolo.
Le palafitte di Fiavè vennero scoperte verso la fine del 1800 da un cittadino del luogo, Don Luigi Baroldi, che fece riferimento a pali, ceramiche e strumenti in pietra ritrovati dopo i lavori di estrazione della torba . All’inizio del ‘900, quando la torba era molto usata come combustibile o terreno agricolo, molti archeologi seguirono questi lavori di estrazione e Pirro Marconi intuì per primo la presenza di diversi abitati preistorici nel bacino della torbiera, nell’ex lago.
Tra il 1969 e il 1987 vennero svolte delle ricerche archeologiche promosse dall’Ufficio Beni Archeologici di Trento, che portarono alla scoperta di numerosi e rarissimi reperti.
Questo sito è uno dei rinvenimenti preistorici più interessanti d’Europa, con un numero altissimo di resti di pali in pino, larice e abete, venuti alla luce grazie alla campagna di scavi di Renato Perini negli anni ’70.
Durante le varie ricerche sono stati rinvenuti molti manufatti ceramici e in metallo, monili in bronzo e – rarissimi all’epoca – in ambra baltica, in oro osso e pietra.
Una collezione unica in Europa, costituita dai circa 300 oggetti in legno o in fibre intrecciate. straordinari reperti che stupiscono per la loro modernità, fra questi stoviglie e utensili da cucina, e vari strumenti da lavoro, archi e frecce.
Le ricerche archeologiche interessarono sia la zona del Biotopo che le aree limitrofe, si è così scoperto che le tracce della presenza umana sono datate al VII millennio a.C.
Dal III millennio a.C. (Tardo Neolitico) l’area è stata soggetta a tre zone di insediamento.
La prima collocata sull’isola del lago Carera e la sua sponda tramite piattaforme costruite con tronchi di abete adagiati sul fondo del lago.
La seconda appartenente al Bronzo Medio (1400-1300 a.C.), l’uomo ha costruito due tipi di struttura abitativa: una sul terreno, e una palafitticola. Abitazioni costruite con materiali leggeri e tetto in paglia. La vita dell’abitato difeso da una palizzata si interruppe a causa di un incendio.
L’ultima risale al Bronzo Recente (1300-1100 a.C.), è stata ritrovata una massicciata larga 6 metri, sorretta da tronchi disposti a cassettoni, notevole testimonianza di tecnica costruttiva.
Dalle ricerche archeologiche di Renato Perini , e dai resti archeobotanici si è scoperto che i palafitticoli praticavano attività di agricoltura e pastorizia. E’ emerso che le coltivazioni agricole ai tempi dei primi abitanti palafitticoli riguardavano una serie di prodotti, includevano sia i cereali coltivati che i legumi, frutti selvatici e numerosi semi, sei le specie coltivate, in grado di sopperire alle esigenze alimentari. Nelle varie campagne di scavo vennero trovati numerosi grossi frammenti e spighe complete di farro, orzo, spelta e farricello e corniole, nocciole, pere, mele e ghiande.
Questo aspetto di vita materiale nell’ insediamento rappresenta la stanzialità della comunità divenuta agricola e documenta l’attività di coltivazione e raccolta praticata fin dalla preistoria.
Ospite della trasmissione Angelo Zambotti, Sindaco di Fiavé
(Intervista: in arrivo)
Con questa esposizione vi abbiamo raccontato in breve il passato e il presente del sito archeologico “Palafitte di Fiavé”. Il Museo delle Palafitte di Fiavé, raccolto, semplice, nuovo, di immediata fruizione, ben merita di essere visitato. E’ un avvincente viaggio nel passato e costituisce un’opportunità unica per conoscere e capire meglio la vita delle più antiche comunità agricole del Trentino preistorico. Giusto salvaguardare il patrimonio storico ed archeologico di questo sito!